crocevelo
CERIMONIALE PER LE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA
a cura di Don Luca Perri

Le celebrazioni della Settimana Santa, a causa della loro complessità, e per il fatto che vengono vissute una solo volta all'anno, possono presentare delle difficoltà organizzative per coloro ai quali e affidata la preparazione. Di seguito offriamo alcuni suggerimenti per i problemi che più comunemente si presentano nelle comunità ecclesiali locali, e degli schemi utili per la preparazione e la conduzione delle singole celebrazioni.

I problemi più comuni

Spesso ci si trova impreparati per la grande quantità delle cose concrete da predisporre per le varie celebrazioni. Il suggerimento pratico più sensato e quello di utilizzare un elenco degli oggetti necessari, che andrà di anno in anno controllato e aggiornato personalmente, sia prima che subito dopo la celebrazione, affinché l'esperienza fatta possa tornare utile per l'anno successivo.

Coloro che sono chiamati a guidare la celebrazione possono trovarsi a disagio per la sua complessità. In questo caso il consiglio e quello di imparare a memoria la struttura della celebrazione. Se anche questo risultasse difficile, si può suggerire di appuntare su un piccolo foglio di carta la struttura, per poterla consultare velocemente e senza dare troppo nell'occhio.

L'animazione di celebrazioni ricche di segni, che non sono sempre facili da comprendere, può rappresentare un ostacolo, soprattutto quando si ha di fronte un'assemblea poco preparata, e che facilmente e indotta a subire come uno spettacolo la serie di gesti insoliti che viene posta dai ministri. In questo caso risulta utile sfruttare strumenti come le monizioni, che non dovranno moltiplicarsi in maniera indiscreta, per non disturbare it naturale dipanarsi del filo celebrativo, ma che potranno essere strategicamente disposte nei momenti di passaggio: i testi dovranno sempre essere preparati con cura in precedenza, e brilleranno per brevità, chiarezza, e semplicità.

Un passo in più verso una partecipazione profonda e attiva dell'assemblea si può fare lavorando in precedenza con uno o più gruppi che ne fanno parte. L'esempio emblematico e dato dal coinvolgimento dei gruppi formativi giovanili, con i quali durante l'ultima parte della Quaresima si possono organizzare dei momenti di preparazione specifica alle celebrazioni, con un cammino di approfondimento e preghiera adatto al loro grado di maturazione di fede. Per la riuscita dell'itinerario necessario anche prevedere uno sbocco concreto, in cui i giovani possano sentirsi coinvolti in prima persona: si potrà ad esempio invitarli all'organizzazione diretta delle celebrazioni, affidando ad essi dei servizi specifici.

DOMENICA DELLE PALME
Da preparare:

PER LA PROCESSIONE E L'INGRESSO SOLENNE:

1.      paramenti (casula e piviale) rossi;

2.      leggio per il Messale;

3.      leggio per il Lezionario;

4.      turibolo e navicella;

5.      croce e candelieri;

6.      aspersorio con acqua benedetta;

7.      rami di olivo e/o palma.

 PER LA S. MESSA:

1.      i lezionari per i lettori del Passio;

2.      tutto l'occorrente ordinario.

 

I.  FORMA: PROCESSIONE

Questa forma può essere usata una Bola volta in ogni chiesa.

II popolo si riunisce in un luogo adatto a distanza dalla chiesa, dove trova a disposizione i rami di olivo e/o di palma. Durante la processione il presidente indossa la casula o il piviale. Quando il sacerdote con i ministri e giunto sul luogo, illustra con una monizione il rito the si sta per compiere; poi benedice i rami. Segue la lettura del Vangelo dell'ingresso del Signore.

La processione si avvia verso la chiesa: turiferario, croce e candelieri, il sacerdote con i ministri, i fedeli.

Giunto in chiesa, il sacerdote indossa la casula (se durante la processione indossava il piviale).
Si omette l'atto penitenziale, e si recita l'orazione colletta.

II FORMA: INGRESSO SOLENNE

Questa forma può essere usata più volte in ogni chiesa nelle Messe con gran concorso di popolo, anche  se si usa la prima forma in un'altra Messa.

Il popolo si riunisce davanti alla porta della chiesa, dove trova a disposizione i rami di olivo e/o di Palma. Durante la processione il presidente indossa la casula. Tutto si svolge come nella prima forma.

 

III FORMA: INGRESSO SEMPLICE

Questa forma può essere usata in tutte le Messe. Non e consentita la benedizione dei rami. Il popolo si trova riunito in chiesa. Il presidente si reca all'altare, mentre si canta l'antifona del giorno o un canto sostitutivo. Tutto si svolge come nella Messa.

 

S. Messa

Alla lettura del Passio non si premette né il saluto, nè il segno di croce sul libro; non si portano né incenso né candele.

I diaconi chiedono la benedizione al celebrante. II vangelo può essere letto anche dai laici, riservando se possibile la parte di Gesù al sacerdote.

II cronista inizia dicendo: Passione secondo N

Il sacerdote durante la lettura del Passio non deve mai stare all'altare.

La Messa prosegue come di consueto.


GIOVEDI' SANTO, MESSA IN COENA DOMINI Da preparare:

* PER LA S. MESSA:

1.      paramenti bianchì o color oro;

2.      turibolo e navicella;

3.      croce e candelieri;

4.      pisside con particele da consacrare sufficienti per questa Messa e per il Rito del Venerdì Santo;

5.      tutto l'occorrente ordinario.

PER LA LAVANDA DEI PlEDI:

1.      il posto a sedere per 12 persone nella zona del presbiterio, o altra zona visibile;

2.      il grembiule per il celebrante (si può utilizzare un semplice amitto grande);

3.      una brocca d'acqua sufficientemente capiente;

4.      un catino vuoto;

5.      asciugatoi;

6.      sapone e asciugamano per lavare le mani.

PER LA REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO:

1.      altare della reposizione, con fiori e candele (non può essere l'altare centrale); anche qui 

        all'inizio della celebrazione sia facilmente visibile che il Santissimo non è presente;

2.      la lampada del Santissimo da accendere solo alla reposizione;

3.      il velo omerale.

STRUTTURA:

1.      Riti d'inizio

2.      Liturgia della Parola

3.      Lavanda dei piedi

4.      Liturgia eucaristica

5.      Riti di comunione

6.      Reposizione del Santissimo

SVOLGIMENTO:

La Messa ha tono festivo: l'addobbo floreale, i paramenti e le tovaglie devono essere adatti alla circostanza.   Il tabernacolo è rigorosamente vuoto. E bene che ciò sia visibile: si lascia aperto, si spegne la lampada del Santissimo (sarebbe meglio toglierla del tutto), e si toglie il conopeo. La S. Messa ha inizio nel modo consueto.

Al Gloria si possono suonare tutte le campane, secondo l'uso locale; terminato l'inno il suono delle campane è vietato fino alla Veglia pasquale.

LAVANDA DEI PIEDI

Dopo l'omelia, se motivi pastorali lo consentono,1 ha luogo la lavanda dei piedi.

II presidente depone la casula, e indossa il grembiule (amitto); durante il rito si eseguono canti adatti.  Al termine il presidente lava le mani con acqua e sapone.   La Messa prosegue normalmente fino all'orazione dopo la comunione.

REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO

Dopo l'orazione finale, il sacerdote, in piedi, dinanzi all'altare, pone l'incenso nel turibolo, si inginocchia e incensa per tre volte il Santissimo; quindi, indossato il velo omerale, prende la pisside e la ricopre con il velo.

E bene valutare l'opportunità sulla base della tradizione locale, ma anche tenendo conto della reale capacità di comprendere i gestì che si devono porre. Si forma la processione che, attraverso la chiesa, accompagna il Santissimo all'altare della reposizione: crocifero; candele accese; incenso.    Intanto si canta l'inno Pange lingua (eccetto le due ultime strofe) o un altro canto eucaristico. Giunta la processione al luogo della reposizione, il sacerdote depone la pisside; quindi pone l'incenso nel turibolo e, in ginocchio, incensa il Santissimo, mentre si canta il Tantum ergo; chiude poi il tabernacolo o la custodia della reposizione. Dopo alcuni istanti di adorazione in silenzio, il sacerdote e i ministri si alzano, genuflettono e ritornano in sacrestia.

Segue la spogliazione dell'altare. Se è possibile, si rimuovono le croci dalla chiesa; le croci che non è possibile spostare, e bene che vengano velate.

Si esortino i fedeli a dedicare un po di tempo nella notte all'adorazione davanti al Santissimo Sacramento nel tabernacolo. Se l'adorazione si protrae oltre la mezzanotte, si faccia senza alcuna solennità.


VENERDI' SANTO, CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

Da preparare:

1 .  paramenti rossi;

2.      cuscini per la prostrazione;

3.      i lezionari per i lettori del Passio;

4.      crocifisso grande con velo rosso o senza velo;

5.      due candelieri per la croce, e due candelieri per il Santissimo (ma si possono usare gli stessi

        candelieri  in entrambi i momenti)

6.      ceppo per porre in verticale il crocifisso;

7.      tovaglia, corporale, e purificatoio sulla credenza;

8.      velo omerale bianco o rosso.

STRUTTURA:

1.  liturgia della Parola; a. letture; b. Passio; e. preghiera universale;

2.      adorazione della Croce; a. estensione; b. adorazione

3.      comunione eucaristica.

SVOLGIMENTO:

La celebrazione si svolge nel pomeriggio, verso le 15,00, ma può) essere ritardata per motivi pastorali.

L'altare e spoglio. I ministri si recano all'altare mentre il popolo è in silenzio. Si pro­strano o si inginocchiano per qualche istante, sempre in silenzio. Poi salgono all'altare. Il presidente legge l'orazione senza introdurla con l'invito Preghiamo.

LITURGIA DELLA PAROLA

PASSIO. Alla lettura del Passio non si premette né il saluto, né il segno di croce sul libro; non si porta né incenso né candele. I diaconi chiedono la benedizione al presidente. II vangelo può essere letto anche dai laici, riservando se possibile la parte di Gesù al sacerdote. Il cronista inizia dicendo: Passione secondo N. Il sacerdote conclude ordinariamente.

PREGHIERA UNIVERSALE.

Il diacono all'ambone legge l'esortazione che introduce la preghiera. Poi il sacerdote legge l'orazione.

ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE > OSTENSIONE DELLA SANTA CROCE

·       I forma. Si porta all'altare la croce velata. Il sacerdote scopre la parte superiore e la eleva invitando i presenti l'adorazione con le parole: Ecco il legno della Croce e tutti rispondono: Venite, adoriamo. Poi scopre il braccio destro. Infine scopre intera­mente la croce.

·       II forma. Il sacerdote, o il diacono, con i ministranti si reca alla porta della chiesa (oppure il sacerdote attende all'altare che gli venga portata la Croce). Qui riceve la Croce non velata: i ministranti portano i candelieri accesi. Si forma la processione che, attraverso la chiesa, giunge nel presbiterio. Chi porta la Croce fa una sosta presso la porta, in mezzo alla chiesa e davanti all'ingresso del presbiterio. Ogni volta innalza la Croce, invitando i presenti all'adorazione con le parole: Ecco il legno della Croce e tutti rispondono: Venite, adoriamo. Infine si depone la Croce con i candelieri all'ingresso del presbiterio. >

ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE.

Il sacerdote, il clero e i fedeli si recano processionalmente all'adorazione della Croce, facendo davanti ad essa genuflessione semplice o un altro segno di venerazione (ad esempio baciando la Croce), secondo l'uso del luogo. Se vi è molto popolo, dopo qualche minuto il presidente eleva la croce, e tutti adorano in silenzio dal proprio posto. Terminata l'adorazione, la croce portata è all'altare. I candelieri si pongono presso l'altare o la croce.

COMUNIONE

Si stende sull'altare la tovaglia bianca e semplice, il corporale e il Messale. Il diacono o il presidente riporta il Santissimo dall'altare della reposizione all'altare per il percorso più breve. Due ministranti con le candele accese accompagnano il Santissimo, deponendo poi le candele sopra l'altare. Tutti rimangono in piedi in silenzio.

 

Terminata la distribuzione della comunione si porta la pisside, senza alcuna solennità e per la via più breve, al luogo preparato fuori dalla chiesa. Fino alla conclusione della Veglia Pasquale l’aula liturgica deve restare senza la presenza del SS,mo Sacramento.

Segue l'orazione finale, e poi l'orazione sul popolo, the funge da congedo. Quindi, senza dire nulla, l'assemblea si scioglie in silenzio.

A tempo opportuno si spoglia l'altare. Fino alla veglia pasquale davanti alla croce si genuflette.

VEGLIA PASQUALE

Da preparare:

1.      paramenti bianchi o color oro;

2.      turibolo e navicella;

3.      cero pasquale;

4.      stilo liturgico;

5.      stoppino o stecca di legno per accendere il cero al fuoco benedetto;

6.      cesta con candele per il popolo;

7.      braciere per il fuoco;

8.      molle per prendere il carbone dal fuoco (per accendere il turibolo al fuoco nuovo);

9.      lampada tascabile per leggere al buio;

10.      fonte battesimale;

11.      secchiello con acqua da benedire e aspersorio;

12.      sostegno del cero accanto all'ambone;

13.      occorrente per la celebrazione del battesimo (se ve ne fosse);

14.      tutto l'occorrente ordinario.

STR UTTURA:

1. Iucernario;

a.      benedizione del fuoco;

b.      preparazione del cero;

c.      processione d'ingresso con il cero;

d.      annunzio pasquale (Exsultet);

2. Liturgia della Parola;

a.      sette letture dall'Antico Testamento con relativi salmi e orazioni;

b.         Gloria;

c.          Epistola ai Romani con salmo e ritornello alleluiatico;

d.          Vangelo;

3. liturgia battesimale;

a.      litanie (se vi sono battesimi oppure se deve essere benedetto il fonte battesimale);

b.      benedizione dell'acqua del fonte battesimale e battesimi (se ve ne sono);

c.      benedizione dell'acqua lustrale (se non vi sono battesimi);

d.      rinnovazione delle promesse battesimali e aspersione del popolo con l'acqua;

4. liturgia eucaristica.

SVOLGIMENTO:

II popolo si riunisce davanti alla porta della chiesa, dove divampa il fuoco nel braciere. Le luci della chiesa sono spente, così pure le candele sull'altare. Si distribuiscono le candele all'assemblea.   Si benedice il fuoco e con esso si accende il cero pasquale, e da questo le candele dei fedeli. Si prende del carbone ardente dal fuoco e porlo nel turibolo.

L'elevazione del cero con le parole Cristo, luce del mondo si fa tre volte: al luogo del fuoco; alla porta della chiesa; in presbiterio.

Dopo l'ultima di queste acclamazioni che si fa in presbiterio, si accendono una parte minoritaria delle luci della chiesa, ma non le candele dell'altare.

Le candele dei fedeli si tengono accese fino al termine dell'Exsultet. Se questo e proclamato da un diacono, questi chiede la benedizione al presidente come per il vangelo. Si incensa il libro e il cero.   Ad ogni lettura segue ii salmo e l'orazione; per quest'ultima ci si alza in piedi.

Dopo la settima lettura con salmo e orazione, si accendono le candele dell'altare (prendendo il fuoco dal cero), si intona il Gloria, e si suonano le campane. Quindi segue l'orazione.

II salmo dell'Epistola con il suo ritornello (alleluia) tiene il posto del versetto al vangelo. Al Vangelo si porta l'incenso, ma non le candele (in questa notte è il cero la "candela" del Vangelo!).

Se vi sono battesimi o si benedice il fonte battesimale, si cantano le litanie. Se il fonte e lontano dal presbiterio, si fa la processione portando il cero al fonte, mentre si cantano le litanie. Quando non si amministrano battesimi, si benedice l'acqua lustrale. Dopo la rinnovazione delle promesse battesimali, si asperge il popolo, che nel frattempo ha riacceso le proprie candele, con l'acqua benedetta.

Non si dice il Credo, e si passa direttamente alla preghiera universale. La celebrazione prosegue come di consueto.
   

 

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