Le celebrazioni della Settimana Santa, a causa della loro
complessità, e per il fatto
che vengono vissute una solo volta all'anno, possono presentare
delle difficoltà
organizzative
per coloro ai quali e affidata la preparazione. Di seguito offriamo
alcuni suggerimenti per i problemi
che più comunemente si presentano nelle comunità ecclesiali
locali, e degli schemi utili per la preparazione e la conduzione
delle singole celebrazioni.
I problemi più comuni
Spesso ci si trova impreparati per la grande quantità
delle cose concrete da
predisporre per le varie celebrazioni. Il suggerimento pratico più
sensato e quello di
utilizzare un elenco degli oggetti necessari, che andrà di anno in
anno controllato e
aggiornato personalmente, sia prima che subito dopo la celebrazione,
affinché
l'esperienza fatta possa tornare utile per l'anno successivo.
Coloro che sono chiamati a guidare la celebrazione possono trovarsi
a disagio per la
sua complessità. In questo caso il consiglio e quello di imparare a
memoria la
struttura della
celebrazione. Se anche questo risultasse difficile, si può suggerire
di
appuntare su un piccolo foglio di carta la struttura, per poterla
consultare velocemente
e senza dare troppo nell'occhio.
L'animazione di celebrazioni ricche di segni, che non sono sempre
facili da
comprendere, può rappresentare un ostacolo, soprattutto quando si ha
di fronte
un'assemblea poco preparata, e che facilmente e indotta a subire
come uno spettacolo
la serie di gesti insoliti che viene posta dai ministri. In questo
caso risulta utile
sfruttare strumenti come le monizioni, che non dovranno
moltiplicarsi in maniera
indiscreta, per non disturbare it naturale dipanarsi del filo
celebrativo, ma che
potranno essere strategicamente disposte nei momenti di passaggio: i
testi dovranno
sempre essere preparati con cura in precedenza, e brilleranno per
brevità, chiarezza,
e
semplicità.
Un passo in più verso una partecipazione profonda e attiva dell'assemblea si può fare lavorando in precedenza con uno o più gruppi che ne fanno parte. L'esempio emblematico e dato dal coinvolgimento dei gruppi formativi giovanili, con i quali durante l'ultima parte della Quaresima si possono organizzare dei momenti di preparazione specifica alle celebrazioni, con un cammino di approfondimento e preghiera adatto al loro grado di maturazione di fede. Per la riuscita dell'itinerario necessario anche prevedere uno sbocco concreto, in cui i giovani possano sentirsi coinvolti in prima persona: si potrà ad esempio invitarli all'organizzazione diretta delle celebrazioni, affidando ad essi dei servizi specifici.
DOMENICA DELLE
PALME
Da
preparare:
PER LA
PROCESSIONE E L'INGRESSO SOLENNE:
1.
paramenti (casula e piviale) rossi;
2.
leggio per il Messale;
3.
leggio per il Lezionario;
4.
turibolo e navicella;
5.
croce e candelieri;
6.
aspersorio con acqua benedetta;
7.
rami di olivo e/o palma.
1.
i lezionari per i lettori del
Passio;
2.
tutto l'occorrente ordinario.
I.
FORMA: PROCESSIONE
Questa forma può essere usata una Bola volta in ogni
chiesa.
II popolo si riunisce in un luogo adatto a distanza dalla chiesa,
dove trova a
disposizione i rami di olivo e/o di palma. Durante la processione il
presidente indossa
la casula o il piviale. Quando il sacerdote con i ministri e giunto
sul luogo, illustra
con una monizione il rito the si sta per compiere; poi benedice i
rami. Segue la lettura
del Vangelo
dell'ingresso del Signore.
La processione si avvia verso la chiesa: turiferario, croce e
candelieri, il sacerdote
con i ministri, i fedeli.
Giunto in chiesa, il sacerdote indossa la casula
(se durante la processione indossava
il
piviale).
Si omette
l'atto penitenziale,
e si recita l'orazione colletta.
II FORMA: INGRESSO SOLENNE
Questa
forma può
essere usata più
volte in ogni chiesa nelle Messe con gran concorso
di popolo, anche
se
si usa la prima forma in un'altra Messa.
Il popolo si riunisce davanti alla porta della chiesa, dove trova a
disposizione i rami di olivo e/o di Palma. Durante la processione il
presidente indossa la casula. Tutto si
svolge come
nella prima forma.
III FORMA: INGRESSO SEMPLICE
Questa forma può essere usata in tutte le Messe. Non e consentita la
benedizione dei
rami. Il popolo
si trova riunito in chiesa. Il presidente si reca all'altare, mentre
si canta l'antifona del giorno o un canto sostitutivo. Tutto si
svolge come nella Messa.
S. Messa
Alla lettura del Passio non si premette né il saluto, nè il segno di
croce sul libro; non
si portano né incenso né candele.
I diaconi chiedono la benedizione al celebrante. II vangelo può
essere letto anche dai
laici, riservando se possibile la parte di Gesù al sacerdote.
II cronista inizia dicendo: Passione secondo N
Il sacerdote durante la
lettura del Passio non deve mai
stare all'altare.
La Messa prosegue come di consueto.
GIOVEDI' SANTO, MESSA IN COENA DOMINI
Da preparare:
* PER LA S. MESSA:
1.
paramenti bianchì o color oro;
2.
turibolo e navicella;
3.
croce e candelieri;
4.
pisside con
particele da consacrare sufficienti per questa Messa e per il Rito del
Venerdì Santo;
5.
tutto l'occorrente ordinario.
PER LA LAVANDA DEI PlEDI:
1.
il posto a sedere per 12 persone nella
zona del presbiterio, o altra zona visibile;
2.
il
grembiule per il celebrante (si può utilizzare un semplice amitto grande);
3.
una brocca d'acqua sufficientemente capiente;
4.
un catino vuoto;
5.
asciugatoi;
6.
sapone e asciugamano per lavare
le mani.
PER LA REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO:
1. altare della reposizione, con fiori e candele (non può essere l'altare centrale); anche qui
all'inizio
della celebrazione sia facilmente visibile che il Santissimo non è
presente;
2.
la lampada del Santissimo
da accendere solo alla reposizione;
3.
il velo omerale.
STRUTTURA:
1.
Riti d'inizio
2.
Liturgia della Parola
3.
Lavanda dei piedi
4.
Liturgia eucaristica
5.
Riti di comunione
6.
Reposizione del Santissimo
SVOLGIMENTO:
La
Messa ha tono festivo: l'addobbo floreale, i paramenti e le tovaglie
devono essere
adatti alla circostanza.
Il tabernacolo è rigorosamente vuoto. E bene che ciò sia visibile: si
lascia aperto, si
spegne la lampada del Santissimo (sarebbe meglio toglierla del tutto), e
si toglie il
conopeo. La S. Messa ha inizio nel modo consueto.
Al
Gloria
si possono suonare tutte le campane, secondo l'uso locale; terminato
l'inno
il suono delle campane è vietato fino alla
Veglia
pasquale.
LAVANDA DEI PIEDI
Dopo l'omelia, se motivi pastorali lo consentono,1 ha luogo
la lavanda dei piedi.
II presidente
depone la casula, e indossa il
grembiule (amitto); durante il
rito si
eseguono canti adatti. Al
termine il
presidente lava le mani con acqua e sapone.
La Messa prosegue normalmente fino all'orazione dopo la comunione.
REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO
Dopo l'orazione finale, il sacerdote, in piedi, dinanzi all'altare, pone
l'incenso nel
turibolo, si inginocchia e incensa per tre volte il Santissimo; quindi,
indossato il velo
omerale, prende la
pisside e la ricopre con il velo.
E bene valutare l'opportunità sulla base della tradizione locale, ma
anche tenendo
conto della reale capacità di comprendere i gestì che si devono porre.
Si forma la
processione che, attraverso la chiesa, accompagna il Santissimo
all'altare della
reposizione:
crocifero; candele accese; incenso.
Intanto si canta l'inno
Pange lingua (eccetto le due ultime strofe) o un altro canto
eucaristico. Giunta la processione al
luogo della reposizione, il sacerdote depone la
pisside; quindi pone l'incenso nel
turibolo e, in ginocchio, incensa il Santissimo,
mentre si canta il Tantum ergo;
chiude poi il tabernacolo o la custodia della
reposizione. Dopo alcuni istanti di
adorazione in silenzio, il sacerdote e i ministri si alzano,
genuflettono e ritornano in sacrestia.
Segue la spogliazione dell'altare. Se è
possibile, si rimuovono le croci dalla chiesa; le
croci che non è possibile spostare, e bene che vengano velate.
Si esortino i fedeli a dedicare un po di tempo nella notte
all'adorazione davanti al
Santissimo Sacramento nel tabernacolo. Se l'adorazione si protrae oltre
la mezzanotte,
si faccia senza alcuna solennità.
VENERDI' SANTO, CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE
Da preparare:
1 . paramenti rossi;
2.
cuscini per la prostrazione;
3.
i lezionari per i lettori del Passio;
4.
crocifisso grande con velo rosso o senza velo;
5. due candelieri per la croce, e due candelieri per il Santissimo (ma si possono usare gli stessi
candelieri
in
entrambi i momenti)
6.
ceppo per porre in verticale il
crocifisso;
7.
tovaglia, corporale, e purificatoio sulla credenza;
8.
velo omerale bianco o rosso.
STRUTTURA:
1. liturgia della Parola; a.
letture; b. Passio; e. preghiera universale;
2.
adorazione della Croce; a. estensione; b. adorazione
3.
comunione
eucaristica.
SVOLGIMENTO:
La celebrazione si svolge nel pomeriggio, verso le 15,00, ma può) essere
ritardata per
motivi pastorali.
L'altare e spoglio. I ministri
si recano all'altare mentre il popolo è in silenzio. Si prostrano
o
si inginocchiano per qualche istante, sempre in silenzio. Poi salgono
all'altare. Il presidente legge l'orazione
senza introdurla con l'invito
Preghiamo.
LITURGIA DELLA PAROLA
PASSIO.
Alla lettura del
Passio
non si premette né il saluto, né il segno di croce sul
libro; non si porta né incenso né candele. I diaconi
chiedono la benedizione al
presidente. II vangelo può
essere letto anche dai laici, riservando se possibile
la parte di Gesù al sacerdote. Il cronista inizia dicendo:
Passione secondo N.
Il
sacerdote conclude ordinariamente.
PREGHIERA
UNIVERSALE.
Il diacono all'ambone legge l'esortazione che introduce la preghiera.
Poi il sacerdote
legge l'orazione.
ADORAZIONE DELLA
SANTA CROCE > OSTENSIONE DELLA SANTA CROCE
·
I forma.
Si porta all'altare la croce velata. Il sacerdote scopre la parte
superiore e
la eleva invitando i presenti l'adorazione con le parole:
Ecco il legno della Croce
e
tutti rispondono:
Venite, adoriamo.
Poi scopre il braccio destro. Infine scopre interamente
la
croce.
·
II forma.
Il sacerdote, o il diacono, con i ministranti si reca alla porta della
chiesa
(oppure
il sacerdote attende all'altare che gli venga portata la Croce). Qui
riceve la Croce non velata: i ministranti portano i candelieri accesi.
Si forma la processione
che, attraverso la chiesa, giunge nel presbiterio. Chi porta la Croce fa
una sosta presso
la
porta,
in
mezzo alla
chiesa e davanti all'ingresso del presbiterio. Ogni volta innalza
la Croce, invitando i presenti all'adorazione con le parole:
Ecco il
legno della Croce
e
tutti rispondono:
Venite, adoriamo.
Infine si depone la Croce con i candelieri
all'ingresso del presbiterio. >
ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE.
Il sacerdote, il clero e i fedeli si recano
processionalmente all'adorazione della Croce, facendo davanti ad essa
genuflessione
semplice o un altro segno di venerazione (ad esempio baciando la Croce),
secondo
l'uso del luogo. Se vi è molto popolo, dopo qualche minuto il presidente
eleva la
croce, e tutti adorano in silenzio dal proprio posto. Terminata
l'adorazione, la croce
portata è all'altare.
I
candelieri si pongono presso l'altare o la croce.
COMUNIONE
Si stende sull'altare la tovaglia bianca e semplice, il
corporale e il Messale. Il diacono
o il presidente riporta il Santissimo dall'altare della reposizione
all'altare
per il
percorso più breve. Due ministranti con le candele accese accompagnano
il
Santissimo, deponendo poi le candele sopra l'altare. Tutti rimangono in
piedi in
silenzio.
Terminata la distribuzione della comunione si porta la pisside, senza
alcuna solennità
e per la via più breve, al luogo preparato fuori dalla chiesa. Fino alla
conclusione
della Veglia Pasquale l’aula liturgica deve restare senza la presenza
del SS,mo
Sacramento.
Segue l'orazione finale, e poi l'orazione sul popolo, the funge da
congedo. Quindi,
senza dire nulla,
l'assemblea si scioglie in silenzio.
A tempo opportuno si spoglia l'altare. Fino alla veglia pasquale davanti
alla croce si genuflette.
VEGLIA PASQUALE
Da preparare:
1.
paramenti bianchi o color oro;
2.
turibolo e navicella;
3.
cero pasquale;
4.
stilo liturgico;
5.
stoppino o stecca di legno per accendere il cero al fuoco benedetto;
6.
cesta con candele per il popolo;
7.
braciere per il fuoco;
8.
molle per prendere
il carbone dal fuoco (per accendere il turibolo al fuoco nuovo);
9.
lampada tascabile per leggere al buio;
10.
fonte battesimale;
11.
secchiello con acqua da benedire e aspersorio;
12.
sostegno del cero accanto all'ambone;
13.
occorrente per la celebrazione del battesimo (se ve ne fosse);
14.
tutto l'occorrente ordinario.
STR UTTURA:
1. Iucernario;
a.
benedizione del fuoco;
b.
preparazione del cero;
c.
processione
d'ingresso con il cero;
d.
annunzio pasquale (Exsultet);
2. Liturgia della Parola;
a.
sette letture dall'Antico Testamento con relativi salmi e orazioni;
b.
Gloria;
c.
Epistola ai Romani con salmo e ritornello alleluiatico;
d.
Vangelo;
3. liturgia battesimale;
a.
litanie (se vi
sono battesimi oppure se deve essere benedetto il fonte battesimale);
b.
benedizione
dell'acqua del fonte battesimale e battesimi (se ve ne sono);
c.
benedizione dell'acqua lustrale
(se non vi sono battesimi);
d.
rinnovazione delle promesse battesimali e aspersione del popolo con
l'acqua;
4. liturgia eucaristica.
SVOLGIMENTO:
II popolo si riunisce davanti alla porta della chiesa, dove divampa il
fuoco nel
braciere. Le luci della chiesa sono spente, così pure le candele
sull'altare. Si
distribuiscono le candele all'assemblea.
Si benedice il fuoco e con esso si accende il cero pasquale, e da questo
le candele dei
fedeli. Si prende
del carbone ardente dal fuoco e porlo nel turibolo.
L'elevazione del cero con le parole Cristo, luce del mondo si fa
tre volte: al luogo del
fuoco; alla porta
della chiesa; in presbiterio.
Dopo l'ultima di queste acclamazioni che si fa in presbiterio, si
accendono una parte
minoritaria delle luci della chiesa, ma non le candele dell'altare.
Le candele dei fedeli si tengono accese fino al termine dell'Exsultet.
Se questo e
proclamato da un diacono, questi chiede la benedizione al presidente
come per il
vangelo. Si incensa il libro e il cero.
Ad ogni lettura segue ii salmo e l'orazione; per quest'ultima ci
si alza in piedi.
Dopo la settima lettura con salmo e orazione, si accendono le candele
dell'altare
(prendendo
il fuoco dal cero), si intona il Gloria, e si suonano le campane.
Quindi
segue l'orazione.
II salmo dell'Epistola con il suo ritornello (alleluia)
tiene il posto del versetto al
vangelo. Al Vangelo si porta l'incenso, ma non le candele (in questa
notte è il cero la "candela" del Vangelo!).
Se vi sono battesimi o si benedice il fonte battesimale, si cantano le
litanie. Se il fonte
e lontano dal presbiterio, si fa la processione portando il cero al
fonte, mentre si
cantano le litanie. Quando non si amministrano battesimi, si benedice
l'acqua
lustrale. Dopo la rinnovazione delle promesse battesimali, si asperge il
popolo, che
nel frattempo ha riacceso le proprie candele, con l'acqua benedetta.